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MACKINLEY TARIFF ACT
(1890). Legge doganale statunitense. Fu proposta dal futuro presidente W. McKinley, all'epoca deputato dell'Ohio, e approvata dal Congresso come compromesso tra i repubblicani dell'Ovest, favorevoli a una legislazione liberista a vantaggio degli agricoltori, e i repubblicani dell'Est sostenitori di una legislazione protezionista. Stabilì alte tariffe doganali per proteggere le industrie già affermate, sostenere quelle in via di sviluppo e crearne di nuove al riparo di dazi proibitivi. L'acceso protezionismo rifletteva gli orientamenti della comunità degli affari statunitense alla fine del XIX secolo, nella quale venivano affermandosi gli interessi delle grandi imprese e dei trust industriali. Assestò un duro colpo all'economia delle isole Hawaii, tra i principali produttori di zucchero, abolendo il dazio sullo zucchero greggio e assegnando una sovvenzione alla canna da zucchero nazionale; il provvedimento pose fine alla reciprocità commerciale tra i due paesi, provocando il collasso dei prezzi e spingendo gli interessi zuccherieri delle isole a chiedere l'annessione agli Stati Uniti. Tuttavia la legge favorì la politica panamericana del segretario di stato J. Blaine, facilitando la conclusione di accordi tra governi sulla base di concessioni reciproche.
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